Il 21 marzo 2019 è nata questa nuova Associazione e si è volutamente scelto il primo giorno di primavera per aggiungere ai fiori che si apprestano a sbocciare quello che ritengo possa essere il prossimo “fiore all’occhiello” dell’ergonomia italiana: ERGO 21! La novità che proponiamo è legata al coinvolgimento di professionisti seri e veterani (ognuno nel proprio campo d’interesse e competenza), determinati ad affrontare la complessità non ancora compiutamente risolta del mondo del lavoro, soprattutto nel ridefinire o conciliare concetti come BENESSERE e PRODUTTIVITA’. L’esperienza che si desidera mettere in campo è finalizzata a superare quell’idea di polarità che spesso induce a considerare queste due condizioni in una relazione reciprocamente inversa. Per contro, sia le riflessioni lungimiranti di filosofi e sociologi del lavoro, sia i progressi di una ERGONOMIA più attuale e digitalizzata (peraltro evidenziati anche a livello di innovazione tecnologica ed Industria 4.0), rendono concreta la possibilità di capire, creare e sostenere il rapporto diretto fra gli obiettivi economici di un’azienda ed il benessere in coloro che vi operano.  Al riguardo, la NORMATIVA TECNICA (a supporto della legislazione vigente su salute e sicurezza) sottolinea la centralità del FATTORE UMANO (sinonimo di “ergonomia”), da considerare come priorità assoluta per limitare il “costo energetico dell’uomo”, attraverso la motivazione a riconoscersi in grado di svolgere compiti adatti alle sue caratteristiche: condizione che di per sé porta a ridurre naturalmente anche i tempi di lavoro.

Tali considerazioni chiamano in causa l’ERGONOMIA, proprio a partire dalla definizione ufficialmente riportata dalla Treccani:

“Disciplina scientifica che si occupa dei problemi relativi al lavoro umano e che, assommando, elaborando e integrando le ricerche e le soluzioni offerte da varie discipline (medicina generale, medicina del lavoro, fisiologia, psicologia, sociologia, fisica, tecnologia) tende a realizzare un adattamento ottimale del sistema uomo-machina-ambiante di lavoro, alle capacità e ai limiti psicofisiologici dell’uomo”.

Attualmente, il difficile momento storico che l’umanità sta vivendo suggerisce di adottare tale approccio culturale e metodologico anche per accrescere il valore delle relazioni interpersonali, nel senso di rispettare e comprendere TUTTI i fattori presenti in ogni realtà lavorativa (a prescindere dalla sua dimensione, struttura e funzionalità), attraverso la capacità di generare quella VISIONE SISTEMICA (definita anche “olistica” o integrata), in grado di capire ogni tipologia di rischio lavorativo: biomeccanico, piuttosto che biomedico, tecnico/fisico, organizzativo e psicosociale.  Le nuove tecnologie, la digitalizzazione e gli stimoli indotti da Industria 4.0 si propongono oggi come strumenti utili a gestire l’inevitabile presenza/interferenza di più variabili e condizioni significative.

ERGO 21 ritiene sia prioritario occuparsi sia di prevenzione primaria, laddove è necessaria una vision progettuale rinnovata di processi e prodotti, sia di prevenzione secondaria promuovendo attività di informazione/formazione, volte a diffondere cultura ergonomica, buone pratiche e qualità delle relazioni per rafforzare – tra l’altro –  le capacità individuali a fronte di richieste mutevoli o imprevedibili provenienti dalle aziende o dal più variegato macrocontesto (politico, sociale, economico). Tutto ciò consiste, ad esempio, nel farsi carico di problemi da risolvere attraverso una maggior attenzione per la “flessibilità organizzativa” (vedi telelavoro o smart working); per la  conciliazione casa-lavoro (in particolare, a tutela delle donne lavoratrici);  per la parità di genere e del “diverso da me” (legato a patologie invalidanti o all’ageing).  La prevenzione terziaria, infine, andrà considerata per supportare i datori di lavoro nella gestione del reinserimento sociale del lavoratore dopo una lunga assenza per patologie, conflittualità aziendali pregresse o calamità naturali (come accade in questo momento storico). Al riguardo, ERGO 21 ritiene siano necessarie proposte concrete, in grado di gestire – nel dopo COVID 19 –  il cambiamento profondo ed inevitabile dei processi organizzativi e produttivi. In tal modo, la pandemia ancora in atto potrà veramente rappresentare anche un’occasione unica per adottare quella mentalità innovativa in grado di andare oltre procedure consolidate, divenute nel tempo meno utili ed efficaci. Comportamenti costruttivi più adeguati sapranno rendere il FATTORE UMANO l’elemento davvero centrale e prioritario, in grado di migliorare la qualità del lavoro e della vita quotidiana.

BUON LAVORO ai nostri Soci Fondatori e BUONA FORTUNA alla nostra giovane Associazione!